CODICE:
SINONIMO:
ETA' DI ESORDIO:
INCIDENZA:
TRASMISSIONE :
MEDICO CERTIFICATORE:
DE BRASI D - SIANI P.
S.C. :
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RIASSUNTO
La sindrome di Aarskog-Scott (AAS) è una malattia rara dello sviluppo, caratterizzata da dismorfismi facciali, anomalie dei genitali e degli arti e bassa statura acromelica sproporzionata.
La prevalenza della AAS non è nota. Sono stati descritti meno di 100 casi dopo la prima osservazione nel 1970 e si stima che la prevalenza sia di 1/25.000. Sono stati caratterizzati a livello molecolare circa 40 casi. La AAS interessa prevalentemente i maschi. I segni facciali comprendono un aspetto a V dei capelli nella porzione mediana della fronte (cosiddetto ''picco della vedova'') e l'ipertelorismo (che si osservano anche nelle femmine portatrici), le rime palpebrali oblique verso il basso, la radice del naso larga, le narici anteverse, l'ipoplasia della mascella, una plica trasversale sotto il labbro inferiore e i padiglioni delle orecchie prominenti e a basso impianto. I pazienti presentano mani e piedi larghi e corti, pliche interdigitali, clinodattilia, iperestensione delle articolazioni interfalangee prossimali, flessione delle articolazioni interfalangee distali, che provocano una deformità delle dita ''a collo di cigno". I parametri auxologici sono di solito normali alla nascita, ma la crescita è lenta nella prima e nella seconda infanzia, con bassa statura fino alla pubertà, che è spesso ritardata. Lo scatto della crescita nella tarda adolescenza, in genere, si traduce in una statura finale moderatamente bassa. Le anomalie dei genitali possono comprendere il criptorchidismo, il macroorchidismo, lo scroto ''a scialle'' e, più raramente, l'ipospadia. La fertilità è normale. Le femmine portatrici possono presentare un fenotipo sfumato associato a ipertelorismo e impianto a V dei capelli sulla fronte. pazienti possono presentare difficoltà di apprendimento e comportamentali, spesso limitate alla prima infanzia. Quando presente, il ritardo mentale è raramente grave. Sebbene sia clinicamente e geneticamente eterogenea, la forma meglio caratterizzata della malattia è quella causata dalle mutazioni del gene FGD1 (faciogenital dysplasia 1; Xp11.21). È possibile che siano coinvolti uno o più altri geni, in quanto nella maggior parte dei casi familiari non è ancora stata identificata la causa genetica. La diagnosi clinica si basa sull'esame fisico e sul riconoscimento dei segni clinici più caratteristici. La diagnosi può essere confermata dai test molecolari, basati sull'analisi del gene FGD1. Quando la diagnosi molecolare non è conclusiva, devono essere prese in considerazione le possibili diagnosi differenziali, come la sindrome di Noonan, la sindrome SHORT, lo pseudoipoparatiroidismo e la sindrome di Robinow (si vedano questi termini). La diagnosi prenatale per le gravidanze ad alto rischio è tecnicamente possibile, quando la mutazione segregante nella famiglia è nota (la maggior parte delle mutazioni è specifica della famiglia). Tuttavia, è improbabile che sia richiesto il test prenatale, in quanto i segni fisici sono sfumati e l'eterogeneità clinica rende difficile la previsione del fenotipo, anche all'interno della famiglia. La AAS è una malattia legata all'X, anche se sono stati descritti casi a trasmissione autosomica dominante e autosomica recessiva. La consulenza genetica richiede, quindi, un esame approfondito della storia familiare del paziente. Non è disponibile un trattamento curativo per la AAS. I risultati preliminari della somministrazione dell'ormone della crescita durante l'infanzia non sembrano mostrare effetti significativi. Le difficoltà di apprendimento e il disturbo da iperattività e deficit di attenzione (ADHD) possono, in alcuni casi, richiedere l'intervento del neuropsichiatra. La maggior parte dei pazienti presenta una buona prognosi e, in genere, ha una evoluzione favorevole verso l'età adulta; il quadro mentale migliora con il progredire dell'età.