

CODICE:
SINONIMO:
ETA' DI ESORDIO:
INCIDENZA:
TRASMISSIONE :
MEDICO CERTIFICATORE:
DE BRASI D. - SIANI P.
S.C. :
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RIASSUNTO
La sindrome MERRF (epilessia mioclonica con fibre rosse sfilacciate) è un'encefalomiopatia mitocondriale, caratterizzata da crisi epilettiche miocloniche. La prevalenza nella popolazione generale Europea è stata stimata in 0,9 su 100.000, ma è più elevata negli Stati Uniti. I pazienti di solito presentano epilessia mioclonica durante l'adolescenza o all'inizio della vita adulta, in associazione, talvolta, a sordità neurosensoriale, atrofia ottica, bassa statura o neuropatia periferica. In alcuni casi sono state osservate lipomatosi, cardiomiopatia, retinite pigmentosa, oftalmoparesi e/o segni piramidali. La malattia è progressiva, con peggioramento dell'epilessia e comparsa di altri sintomi, come l'atassia, la sordità, la debolezza muscolare e la demenza. La risonanza magnetica cerebrale può evidenziare atrofia corticale, calcificazioni dei gangli della base e leucodistrofia. I segni clinici sono molto variabili, sia all'interno della stessa famiglia, che tra le diverse famiglie. La sindrome MERRF è causata da mutazioni nel DNA mitocondriale. Più dell'80% dei pazienti presenta la mutazione 8344A>G nel gene che codifica per l'RNA di trasporto della lisina (MTTK). Sono state identificate anche altre mutazioni in altri geni che codificano per l'RNA di trasporto e nel gene MTND5. Queste mutazioni possono causare quadri clinici sovrapposti (sindrome MERRF/MELAS), con episodi simil-infartuali. La diagnosi si basa sulla dimostrazione di un accumulo anomalo di lattato nel sangue o, più spesso, nel liquido cefalo-rachidiano e sui risultati della biopsia muscolare, che evidenzia la presenza di fibre muscolari negative alla citocromo-c-ossidasi e di 'ragged red fibers' (fibre rosse sfilacciate). L'analisi biochimica del muscolo evidenzia spesso un deficit della citocromo-c-ossidasi o un difetto complesso della catena respiratoria. Nella ricerca della causa si deve tenere conto dell'eteroplasmia (coesistenza di mitocondri con DNA mutato e mitocondri normali). La percentuale dei mitocondri mutati può variare considerevolmente nei diversi tessuti. Tuttavia, nella sindrome MERRF, questa percentuale è spesso molto elevata (più del 90%) in tutti i tessuti e la mutazione può essere perciò ricercata nel sangue. L'eteroplasmia rende la consulenza genetica difficile. Le mutazioni nel DNA mitocondriale si trasmettono per via materna, ma non è possibile stimare in quale percentuale. Un maschio affetto non può trasmettere la malattia. Anche se i livelli elevati di mitocondri mutati nel sangue materno suggeriscono un rischio elevato di avere un bambino con fenotipo grave, esistono molti esempi di segregazione estrema madre-figlio, che rendono difficile la consulenza genetica. La presenza di percentuali eterogenee della mutazione nei diversi tessuti impedisce, in teoria, la diagnosi prenatale. Analogamente a altre encefalomiopatie mitocondriali, non è disponibile un trattamento specifico per la sindrome MERFF. Le crisi epilettiche possono essere trattate con le terapie anticonvulsivanti convenzionali, ma l'acido valproico deve essere somministrato con cura e in associazione a L-carnitina. In assenza di studi prospettici specifici, è difficile valutare l'effetto del trattamento di supporto con coenzima Q10 e con il suo analogo idebenone, carnitina, ecc. La prognosi non è, in genere, buona, a causa della natura progressiva della malattia. Tuttavia, la gravità varia considerevolmente e alcuni pazienti, soprattutto quelli con sintomi non cerebrali, possono avere solo lievi disabilità e sopravvivere a lungo.