

CODICE:
SINONIMO:
ETA' DI ESORDIO:
INCIDENZA:
TRASMISSIONE :
MEDICO CERTIFICATORE:
MALGIERI G.le - NUZZI F.sca - PECORARO C. - LUBRANO P. - KLAIN A.
S.C. :
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RIASSUNTO
La sindrome di Bartter è caratterizzata dall'associazione tra alcalosi ipokaliemica, livelli elevati di renina plasmatica e aldosterone, ipotensione arteriosa e resistenza vascolare all'angiotensina II.
La incidenza annuale è stimata in 1/830.000. Sebbene siano state descritte sei varianti genetiche, solo due forme della malattia possono essere distinte in base ai criteri clinici: sindrome di Bartter prenatale o infantile (in particolare, i pazienti con i genotipi 1, 2 e 4), caratterizzata da polidramnios, parto prematuro, poliuria, disidratazione, ipercalciuria e nefrocalcinosi; sindrome di Bartter classica (in particolare, i pazienti con genotipo 3, ma anche alcuni pazienti con genotipo 4), caratterizzata da poliuria-polidipsia nella prima infanzia, nell'infanzia e nell'età adulta, disidratazione e un ritardo variabile della curva della crescita staturo-ponderale. I livelli di calcio nell'urina sono normali o leggermente più elevati. I segni/sintomi caratteristici sono la perdita dell'udito nella sindrome di Bartter tipo 4 e l'ipocalcemia nella sindrome di Bartter tipo 5. La sindrome di Bartter è dovuta a un difetto di riassorbimento del sodio, del potassio e del cloro nell'ansa di Henle. Quattro delle varianti genetiche della sindrome di Barttner sono trasmesse come caratteri autosomici recessivi. Sono dovute a mutazioni eterozigoti composte o omozigoti in quattro geni che codificano per proteine coinvolte nel riassorbimento del cloro nella parte ascendente dell'ansa di Henle: il gene SLC12A1 (15q15-21), che codifica per il co-trasportatore sodio-potassio-cloro NKCC2 nella sindrome di Bartter tipo 1; il gene KCNJ1(11q21-25), che codifica per il canale del potassio ROMK nella forma tipo 2; il gene CLCNKB (1p36), che codifica per il canale basolaterale del cloro nella forma tipo 3; il gene BSND (1p31), che codifica per la barttina, una sottounità del canale del cloro nella forma tipo 4. Un'ultima variante (tipo 5) viene trasmessa come carattere autosomico dominante e si associa a mutazioni attivanti eterozigoti del gene CASR (3q13.3-q21), che codifica per il recettore del calcio. La diagnosi si basa sul quadro clinico, sui livelli di elettroliti plasmatici (bicarbonato, magnesio, calcio, renina e aldosterone) e sull'escrezione degli elettroliti urinari, del calcio e del magnesio. La diagnosi definitiva viene fornita dai test genetici. La diagnosi differenziale si pone con la sindrome pseudo-Bartter (abuso di diuretici, vomito surrettizio), la sindrome di Gitelman, la fibrosi cistica e la celiachia (si vedano questi termini). Possono essere utili test diagnostici sugli amniociti nelle gravidanze delle donne che hanno figli affetti, sui pazienti e sui potenziali portatori eterozigoti (consanguinei dei soggetti affetti). Il trattamento comprende la supplementazione orale di potassio, l'indometacina e, possibilmente, i diuretici, in grado di risparmiare il potassio. In situazioni di stress (malattie concomitanti, interventi chirurgici, traumi) i livelli degli elettroliti nel sangue possono cambiare rapidamente e quindi è necessario un immediato e significativo trattamento endovena. Nei casi gravi le attese di vita sono ridotte; l'insufficienza renale è rara. La qualità della vita non è buona, la crescita è ridotta e il tasso di ospedalizzazione medica è elevato.