

CODICE:
SINONIMO:
ETA' DI ESORDIO:
INCIDENZA:
TRASMISSIONE :
MEDICO CERTIFICATORE:
DE BRASI D. - SIANI P. - CARBONE M.T.
S.C. :
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RIASSUNTO
La sindrome di Alagille (AGS) è caratterizzata da colestasi cronica da paucità dei dotti biliari interlobulari, stenosi periferica dei rami dell'arteria polmonare, anomalie dei segmenti vertebrali, facies caratteristica, embriotoxon posteriore/anomalie del segmento anteriore, retinite pigmentosa e displasia renale. La prevalenza stimata è di circa 1/70.000. Nei neonati la malattia può manifestarsi associata a ittero prolungato con iperbilirubinemia e/o segni e sintomi cardiaci. Le anomalie cardiache includono atresia o stenosi polmonare, difetti del setto atriale e/o ventricolare, tetralogia di Fallot, dotto arterioso pervio. La colestasi è associata a iperbilirubinemia coniugata, epatosplenomegalia, ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia e coagulopatia. Possono verificarsi anche prurito e xantomi. Tra le anomalie scheletriche minori si osservano emivertebre a farfalla (in circa il 50% dei casi), radio, ulna e falangi corti. La facies caratteristica, se presente, è evidente sin dalla nascita e è caratterizzata da fronte prominente, occhi infossati, rime palpebrali oblique rivolte verso l'alto, ipertelorismo, sella nasale appiattita e mento appuntito. Le anomalie oftalmiche includono embriotoxon posteriore (75% dei casi), anomalia di Axenfeld (si veda questo termine), retinite pigmentosa, anomalie pupillari e del disco ottico. In alcuni casi si osservano ritardo della crescita e dello sviluppo e malassorbimento dei grassi (può verificarsi rachitismo). È possibile riscontrare displasia renale con reni piccoli (comune nella sindrome di Alagille di tipo 2) e ipotiroidismo. La sindrome è dovuta alle mutazioni del gene JAG1 (20p12) che codifica per un ligando della via di segnalazione Notch. Il tipo 2 è dovuto a mutazioni del gene NOTCH2 (1p12). La trasmissione è autosomica dominante, ma sono frequenti la penetranza ridotta (fino al 50% dei casi) e il mosaicismo somatico (~8%). La diagnosi si basa sul quadro clinico e sull'esito della biopsia renale che evidenzia colestasi e paucità dei dotti biliari interlobulari. Le tecniche di imaging (ultrasonografia addominale, colangiografia) aiutano ad identificare l'anatomia biliare. Dovrebbe essere eseguito lo screening delle anomalie oftalmiche, scheletriche, vascolari e endocrine (tiroide). La diagnosi può essere confermata con il sequenziamento del DNA. La diagnosi differenziale si pone con l'atresia biliare, la fibrosi epatica congenita, la fibrosi cistica, l'ittero neonatale, la malattia del rene policistico, la colestasi intraepatica familiare progressiva e la tirosinemia (si vedano questi termini). Se viene identificata una mutazione patogenetica, è possibile la diagnosi genetica prenatale attraverso l'analisi del DNA del tessuto dei villi coriali o degli amniociti in coltura. Inoltre, l'ultrasonografia dettagliata del feto può aiutare a identificare eventuali anomalie cardiache e renali. La terapia non è specifica e include una dieta ricca di carboidrati, di trigliceridi a catena media e di integratori vitaminici. Il prurito può essere ridotto con la colestiramina o il rifampin. Il trapianto di fegato è consigliato per i pazienti con malattia refrattaria. Gli interventi cardiaci o vascolari possono essere necessari in caso di lesioni sintomatiche importanti. La prognosi è di solito buona, ma possono verificarsi complicanze come cirrosi, emorragia delle varici, asciti refrattarie e peritoniti batteriche spontanee. La malattia si stabilizza di solito tra i 4 e i 10 anni d'età. In presenza di insufficienza epatica e di lesioni cardiache aumenta il rischio di morte.