CODICE:
SINONIMO:
ETA' DI ESORDIO:
INCIDENZA:
TRASMISSIONE :
MEDICO CERTIFICATORE:
BUONO S. - TUCCI C. - DE BRASI D. - SIANI P.
S.C. :
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RIASSUNTO
La ceroidolipofuscinosi neuronale infantile (INCL) è una forma di ceroidolipofuscinosi (NCL; si veda questo termine) caratterizzata da esordio durante la seconda metà del primo anno di vita e rapido deterioramento mentale e motorio, che porta alla perdita di tutte le capacità psicomotorie. La NCL infantile è presente in tutto il mondo, ma è più comune in Finlandia, dove ha una prevalenza di circa 1/190.000 e un'incidenza di 1/20.000 nati vivi. La malattia è meno frequente negli altri paesi Scandinavi, con una prevalenza inferiore a 1/1.000.000 in Svezia e in Norvegia. Dopo un periodo iniziale di sviluppo normale, la malattia si manifesta attorno ai 6 mesi di vita, quando lo sviluppo mentale raggiunge un plateau per poi iniziare a deteriorarsi, associandosi a disfunzioni motorie. Il deterioramento delle abilità mentali si accompagna all'epilessia, alla spasticità e alla perdita della vista. L'atrofia cerebrale produce un rallentamento della crescita della circonferenza cranica e microcefalia. Può essere presente anche rigidità e irritabilità. Le capacità psicomotorie si deteriorano rapidamente e i bambini smettono di crescere e vanno incontro a uno stato vegetativo nell'arco di pochi mesi. L'INCL è ereditata in maniera autosomica recessiva ed è causata dalle mutazioni nel gene PPT1 (definito CLN1; 1p32), che codifica per l'enzima lisosomiale palmitoil-proteina tioesterasi 1. La diagnosi si basa sul quadro neurologico e oftalmologico, sulla valutazione dello sviluppo e sulla misurazione dei valori dell'attività della palmitoil-proteina tioesterasi 1 sui leucociti, sul sangue secco o sulle colture di fibroblasti cutanei. La diagnosi può essere confermata dall'analisi molecolare. Gli esami anatomopatologici rivelano la presenza di depositi osmofilici granulari lisosomiali autofluorescenti (GRODs), con caratteristico accumulo di saposine A e D. La diagnosi differenziale si pone con altre malattie neurologiche progressive a esordio precoce, compresa la malattia di Krabbeinfantile, la sindrome di Rett a esordio precoce e le gangliosidosi (si vedano questi termini). La diagnosi prenatale è possibile mediante l'analisi enzimatica o molecolare nei casi in cui sia stata caratterizzata la mutazione familiare. Alle famiglie affette è necessario offrire la consulenza genetica. Non esistono terapie risolutive. La presa in carico consiste in cure palliative che comprendono l'uso di anticonvulsivanti e il trattamento della spasticità grave con miorilassanti. Nel trattamento delle crisi spastiche dolorose che compaiono tardivamente nel corso della malattia possono essere utili gli oppiacei orali o i cerotti contenenti fentanil. In una prospettiva futura, la terapia a base di cellule staminali potrebbe fornire un trattamento alternativo per la INCL. La prognosi è grave, ma l'aspettativa di vita è variabile, dipendendo dall'uso di misure di supporto, come la nutrizione mediante gastrostomia.